Pavimenti Antitrauma, riciclare pneumatici per dar una seconda vita alla gomma.
Mai come in questi giorni il tema della salvaguardia dell’ambiente è di evidente e scottante attualità.
Basti pensare ai cortei che stanno prendendo piede in molte città europee dietro la sollecitazione di Greta Thunberg, la giovane attivista svedese la cui voce si sta levando perentoriamente nelle sedi governative istituzionali del Vecchio Continente, ponendo con estrema urgenza il tema del futuro del pianeta e di uno sfruttamento oculato delle sue risorse prima che sia davvero troppo tardi.
Quando si parla di utilizzo mirato delle risorse, si parla anche di una ricerca sempre più approfondita di possibilità di riuso e riciclo delle materie prime e dei loro derivati, e specialmente di quelli più inquinanti, vale a dire i non biodegradabili.
Le materie plastiche quindi, in quanto tali, restano ancora e sempre al centro dell’attenzione per quanto concerne il loro smaltimento e/o secondo utilizzo.
La necessità di ricorrere alle gomme sintetiche, purtroppo altamente inquinanti e non totalmente riciclabili, era emersa decenni fa come ineludibile alternativa a quelle naturali, a causa della difficoltà per l’Europa di ricorrere alle risorse dei Paesi tropicali.
Tuttavia, proprio l’aumento esponenziale dell’inquinamento ha indotto negli ultimi vent’anni a una riconsiderazione molto critica del loro impiego, innescando il tentativo di convertire i rifiuti di gomma artificiale ad altri usi.
Esempio emblematico è quello del recupero dei pneumatici a fine vita (il cui smaltimento, come si ricorderà, avviene ormai dal 2011 in Italia, per obbligo di legge, da parte dei produttori).
Le strade individuate per una loro seconda vita sono molteplici. Infatti, non solo attraverso un innovativo processo noto come “pirolisi” possono essere utilizzati per la produzione di altri pneumatici o, grazie alla facilità di combustione e al grande potere calorifico, come combustibile nei cementifici e nelle aziende che producono vapore ed energia elettrica; ma, essendo il tasso di raccolta e recupero aumentato costantemente negli ultimi 15 anni, sono nati molti prodotti innovativi che si sono affermati sul mercato, con conseguenze positive sia per le aziende sia per i consumatori.
Sono comparse aziende nuove che, con il necessario supporto di società di consulenza specializzate in sostenibilità ambientale ed economia circolare, si dedicano esclusivamente al recupero della gomma esausta e al suo riciclo, anche unendola a materiali diversi quali pelle, sughero, tessuti, feltro, legno, pietra, e persino caffè.
La ricerca tecnico-scientifica, unendosi felicemente alla creatività, ha portato a risultati di recupero dei pneumatici esauriti decisamente sorprendenti per utilità, varietà e piacevolezza estetica, oltre che – dato tutt’altro che irrilevante – per l’economicità dei prodotti, con riflessi positivi per l’ambiente.
Un esempio italiano che vale davvero la pena citare: nel 2016 la filiera Ecopneus, immettendo nel mercato quasi 80.000 tonnellate di granuli e polverini di gomma, ha evitato l’immissione in atmosfera di 380mila tonnellate di CO2 e un risparmio di 130 milioni di euro sulle importazioni di materie prime vergini.
Con la gomma riciclata dei pneumatici si realizzano elementi e complementi d’arredo per arredo urbano, ambienti privati e pubblici, utensili e accessori di design per la casa e la persona, giocattoli, e molto altro ancora e ovviamente pavimentazioni antitruama in piastrelle o tappeti.
Ciò che in questa sede maggiormente ci interessa sono però le coperture drenanti per i campi di erba sintetica e le coperture pavimentali destinate a parchi gioco, aule scolastiche, campi sportivi, palestre; tutti luoghi dove il materiale viene apprezzato perché riesce a svolgere un’azione antitrauma importante.
Per la stessa ragione, ultimamente viene spesso installato persino nelle scuderie, per evitare ai cavalli traumi da scivolamento, e l’Università di Perugia ha dedicato uno studio sulle differenze sensibili nello stato di salute di cavalli che lavorano in campi di sabbia, in PFU (Pneumatici Fuori Uso) e in PFU/sabbia.
L’utilizzo della PFU si è rivelata molto utile per ridurre la polverosità, che infastidisce gli animali e può indurre anche patologie respiratorie come la silicosi.
Le coperture antisdrucciolo sono diventate obbligatorie in tutte le aree che riguardano il divertimento e l’attività motoria dei bambini, ma anche nelle palestre e piscine per adulti. Le normative EN 1176 e EN 1177 sono nate per regolamentare le caratteristiche di tali prodotti e così garantire i massimi livelli di sicurezza, e si basano sul criterio HIC (Head Injury Criterion), che quantifica le lesioni che si possono verificare alla testa in caso di impatto.
Tecnicamente, il processo di trasformazione del pneumatico prevede la triturazione in granuli di specifiche dimensioni, miscelati poi con altra gomma riciclata, in varie proporzioni per ottenere fogli di pavimentazione caratterizzati da diversi livelli di resistenza, certificati da appositi marchi quali il LEED.
Fra i grandi pregi del prodotto finito ci sono la facilità di installazione e l’economicità, il che ha determinato un interesse all’acquisto anche da parte dei privati, che lo considerano volentieri per i giardini di erba sintetica e le piscine di casa, ma anche per gli ambienti interni nelle nuove versioni colorate, esteticamente accattivanti.
La ricerca comunque è ben lungi dal fermarsi. Si cercano e si sperimentano continuamente nuovi trattamenti del residuo polverizzato e nuove applicazioni, che stanno cominciando a sconfinare anche nell’ambito puramente artistico. Lo dimostra ad esempio il progetto del collettivo di architettura Parasite 2.0, che ha partecipato al premio internazionale YAP2016, dedicato al tema della sostenibilità, aggiudicandoselo con un’installazione interamente realizzata in gomma riciclata.
Ma non solo. La PFU è entrata anche nel mondo della musica grazie a un progetto sviluppato congiuntamente fra che al Centro di produzione musicale “Arturo Toscanini” di Parma e lo Studio A+C Architettura e Città, che ha portato a un importante intervento acustico nella Sala Gavazzeni, imbottita con l’inserimento di pannelli fonoassorbenti in gomma riciclata da PFU.
I granuli di PFU infatti, legati con poliuretani o altri materiali termoplastici, vengono stampati in blocchi altamente performanti per l’isolamento acustico e lo smorzamento delle vibrazioni.
Sarà infine interessante ricordare che tale è diventato il rilievo del tema PFU da spingere alcuni soggetti legati al mondo dell’automobile, della produzione di pneumatici, nonché del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, alla costituzione di un Comitato Pneumatici Fine Vita Veicoli Fuori Uso, che “insieme ai produttori e agli importatori degli pneumatici, e le loro forme associate, valuta periodicamente e congiuntamente le attività allo scopo di ottimizzarne efficacia, efficienza ed economicità e per ricercare soluzioni condivise ad eventuali criticità emergenti”.
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